Addio a Marchionne, ora le incognite sul futuro spaventano i mercati

Attualità — By on 2018/07/26 12:20

Comincerò parlando di Sergio, è un momento molto triste e difficile”. Sono le prime parole del nuovo amministratore delegato di Fca, Mike Manley, in apertura della conference call con gli analisti finanziari sui risultati del secondo trimestre del gruppo Fca presentati proprio dopo la morte dell’ex Ad Sergio Marchionne – Manley ha chiesto quindi un minuto di silenzio prima di parlare dei risultati societari.

“Ho passato gli ultimi nove anni della mia vita – ha detto Manley con voce commossa – parlando ogni giorno con Sergio. Era un uomo unico e speciale, ci mancherà moltissimo”.

 

Il grande talento di Marchionne erano i negoziati, trattative che il manager col maglione scuro ha saputo intavolare con tutti, sindacati e capi di Stato compresi. La sua eredità inzia con la conferma di una promessa, ma anche un’ombra sul futuro di uno dei principali gruppi automobilistici mondiali.

Quando Marchionne arrivò al timone, il gruppo Fiat in Borsa valeva la miseria di 4 miliardi, non produceva utili ed era schiacciato da un debito da far tremare i polsi. Oggi la fabbrica automobilistica di Torino è alla guida di un gruppo globale, anche se un po’ meno italiano.

Fca conferma “tutti gli obiettivi” che sono stati indicati nel piano industriale 2018-2022. E lo fa con la voce di Mike Manley, nuovo amministratore delegato di Fiat Chrysler automobiles, chiamato a guidare il grupSergio Marchionne morto, tutte le incognite sul futuro di FC

La trimestrale di Fca conferma la ‘promessa’ fatta da Sergio Marchionne: al 30 giugno scorso il gruppo ha azzerato il proprio debito registrando una liquidità netta industriale pari a 456 milioni di euro, in crescita di 1,8 miliardi di euro rispetto allo scorso 31 marzo. Eppure non ci sono solo luci.

Lo ammette lo stesso Manley indicando come sui risultati del secondo trimestre pesa il “rallentamento della Cina” un mercato che oltre a rappresentare una “priorità chiave” per Fca è anche la sfida maggiore per il gruppo automobilistico.

Come il rischio Cina abbia già iniziato a erodere i ricavi lo spiega il direttore finanziario Richard Palmer: giù le vendite di Maserati, sui conti della casa del Tridente pesa l’andamento in oriente dove le vendite sono scese del 65%.

Anche Sergio Marchionne lo aveva anticipato: il secondo trimestre è stato “duro” per Fca: il gruppo registra un calo dell’utile netto del 9%  mentre nel giorno della morte dell’ex Amministratore Delegato perde in borsa il 15,5%. Ma il gruppo automobilistico conferma “tutti gli obiettivi” che sono stati indicati nel piano industriale 2018-2022.

Ha il compito di rassicurare i mercati il nuovo amministratore delegato Mike Manley ha collaborato con Marchionne per la definizione del piano industriale dell’azienda che definisce “una struttura forte ed indipendente”.

 

 

 

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