Almaviva. Vertice al Mise per evitare 2.511 licenziamenti

Attualità — By on 2016/10/13 10:44

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La società ha annunciato i tagli con la chiusura dei call center di Roma e Napoli. Solo nella Capitale sono a rischio sono 1.666 operatori del call center, la parte restante nella città partenopea (845). Per la sede di Palermo, invece, è previsto il trasferimento di quasi 400 operatori in Calabria.

Il Ministero dello Sviluppo economico apre un tavolo di lavoro sulla situazione di Almaviva Contact, l’azienda che ha annunciato 2.511 licenziamenti con la chiusura dei call center di Roma e Napoli. Solo nella Capitale sono a rischio sono 1.666 operatori del call center, la parte restante nella città partenopea (845). Per la sede di Palermo, invece, è previsto il trasferimento di quasi 400 operatori in Calabria, a causa della dismissione da dicembre di una commessa Enel. “Il nostro obiettivo – ha detto durante il question time alla Camera, il ministro Carlo Calenda – è evitare i licenziamenti”.

All’incontro a cui partecipa il viceministro dello Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, sono presenti anche l’amministratore delegato di Almaviva Contact Andrea Antonelli e i rappresentanti delle sigle sindacali coinvolte: il segretario generale Uilcom Salvo Ugliarolo,  il segretario generale della Slc Cgil Massimo Cestaro, il segretario generale della Fistel Cisl Vito Vitale e il rappresentante di Cobas lavoro privato Marco Volpi. All’incontro partecipano anche alcuni rappresentanti delle amministrazioni locali interessate, tra i quali gli assessori alle Attività produttive di Campania e Sicilia.

L’annuncio dei tagli è arrivato un momento di nuovo bollente per l’azienda che pochi giorni fa aveva incontrato i sindacati sui trasferimenti collettivi di personale dal capoluogo siciliano Palermo a Rende, in Calabria, e proprio su quei tavoli era spuntata l’ipotesi di una ristrutturazione aziendale.  Il traferimento riguardava i primi 150 operatori del call center palermitano su 398, impiegati nella commessa Enel fino a dicembre. Per i sindacati, che ne hanno chiesto la revoca, i trasferimenti erano da considerare “illegittimi” e dei “licenziamenti mascherati”. A Palermo, Roma e Napoli, con l’accordo raggiunto al ministero dello Sviluppo economico, lo scorso 31 maggio, i lavoratori sono in solidarietà fino a novembre. Subito la viceministra Teresa Bellanova, che segue da mesi la vertenza, aveva convocato le parti sociali il 20 ottobre, per una riunione del tavolo di monitoraggio al ministero dello Sviluppo economico. Poi l’incontro è stato anticipato a oggi sulla pressione dei lavoratori stessi sul premier Matteo Renzi.

A rendere altamente instabile la situazione si aggiunge un clima di mercato “in costante deterioramento – spiega Almaviva – che rimane assoggettato ad inalterati fenomeni distorsivi, senza registrare gli effetti delle iniziative di riordino dichiarate. Come dimostra, nonostante chiare leggi dello Stato che rimangono inapplicate, l’incontrollato aumento delle attività delocalizzate in Paesi extra Ue: sulla base dei dati ufficiali dell’Istat albanese, nel 2015 è raddoppiato il numero dei call center che lavorano per il mercato italiano con oltre 25 mila posti di lavoro”. Per i sindacati si tratta di una decisione aziendale “scellerata, palesemente in violazione dell’accordo” della scorsa primavera.

 

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