Corsa ai mutui. Vince il Nord.

Attualità — By on 2016/10/11 10:33

New house and money

Volumi in crescita per le nuove richieste di mutuo, importi medi leggermente più consistenti e una decisa flessione delle surroghe. I primi nove mesi del 2016 sono stati caratterizzati da questi tre elementi: le domande delle famiglie hanno visto una crescita dell’11,6% rispetto allo stesso periodo del 2015 (ma settembre registra un segnale di rallentamento delle domande: +6% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso), mentre il valore medio dell’importo indicato nell’istruttoria ha messo a segno un +2%, non poco considerando il ciclo deflattivo. E le operazioni di surroga, a detta di alcuni operatori interpellati dal Sole 24 Ore, segnano invece un calo di almeno 10-15 punti percentuali. A livello geografico, è il Nord che si rivela particolarmente dinamico sia per quanto riguarda gli importi che il trend rispetto all’anno precedente. Nel dettaglio provinciale spiccano tre capoluoghi: Bolzano, Roma e Milano.

È quanto emerge dall’ultima edizione del «Barometro Crif della domanda dei mutui», che fotografa il trend delle richieste di nuovi mutui e surroghe da parte delle famiglie.

«L’incremento medio dell’11,6% si può considerare decisamente positivo, ma resta molto distante dal quasi +59% rilevato nel 2015 rispetto al 2014 – ricorda Simone Capecchi, executive director di Crif -. È da sottolineare come, già lo scorso anno, dopo anni di debolezza del comparto immobiliare si è vista una marcata inversione di tendenza».

In molte province del Nord si registra un deciso balzo degli importi con incrementi a due cifre. Se a Bolzano si sfiorano in media i 168mila euro (+28%) contro i quasi 123mila del dato nazionale, Asti è il capoluogo che con un +48% mette a segno la maggiore variazione nel periodo. Crescita sprint anche per Cuneo, Aosta e Ferrara, a cui si aggiungono città del Sud come Enna, Sassari, Trapani e Siracusa. Si contano invece sulle dita di una mano le città in territorio negativo: la classifica è chiusa da Rieti (-6,7%), che fa peggio di Lecco, Taranto, Pesaro e Avellino.

«Notiamo una crescita generalizzata in tutto il paese, più marcata al Nord, macroarea con un ruolo di anticipatore del mercato – afferma Andrea Lecce, responsabile Direzione marketing di Intesa Sanpaolo -. La domanda si sta muovendo, mentre il valore degli immobili è stabile».

«In questi ultimi anni si è consolidata la propensione a richiedere mutui di importo più basso rispetto al passato soprattutto per contenere, nel limite del possibile, il peso delle rate sul reddito familiare – aggiunge Capecchi -. Va sottolineato come, rispetto alla fase immediatamente precedente alla crisi, in questi ultimi anni sia cresciuta l’importanza dei mutui di sostituzione che, per loro natura, hanno un importo medio più contenuto».

Anche secondo Crif nel prossimo futuro difficilmente si tornerà ai livelli pre-crisi, quando la cifra richiesta oscillava intorno ai 136mila euro. Ora la maggior parte delle domande (il 29,3%) si concentra su un importo medio tra i 100 e i 150mila euro, un altro 27,6% è al di sotto dei 75mila euro, mentre quella tra i 75 e i 100mila e tra i 150 e i 300mila euro valgono un ulteriore 40 per cento.

Se buona parte dei dossier aperti nel periodo è legata ai nuovi mutui, il numero delle surroghe sta calando. «Le analisi di mercato mostrano come tra la fine 2015 e l’inizio del 2016 il passaggio da una banca all’altra rappresentasse più della metà delle operazioni, ora siamo al di sotto» segnala Massimo Macchitella, responsabile dei prodotti di finanziamento retail di UniCredit.

Un cambio di passo fisiologico, in cui l’industria del credito cerca di abbassare la quota delle surroghe. «Ora sono al 30% contro il 40% di fine 2015 – aggiunge Lecce -, mentre la crescita dei nuovi mutui sfiora il 70%».

«Questa operazione sembra perdere appeal ed è passata a rappresentare, nei primi nove mesi del 2016, il 41% dei mutui, mentre nello stesso periodo del 2015 la percentuale era superiore al 56% – conferma Mauro Giacobbe, ad del portale Facile.it, che compara le varie offerte -. A settembre, secondo le nostre rilevazioni, è calata al 39%». Il rallentamento viene spiegato da Giacobbe con la strategia attuata dalle banche, che cercano di trattenere in tutti i modi i “buoni” clienti offrendo migliori condizioni con la rinegoziazione del mutuo.

Nelle richieste dei mutui l’orizzonte temporale preferito, evidenziano i dati di Crif, è tra i 16 e i 20 anni, scelto da quasi il 24% delle famiglie, mentre un altro 45% si spinge oltre questa soglia. «Nel complesso i due terzi delle richieste promosse in questi primi nove mesi prevedono una durata oltre i 15 anni» sottolinea Capecchi.

Ad avanzare le richieste nella maggior parte dei casi sono gli under 44, il cui peso è intorno al 66 per cento. In questo segmento spicca il 36% di richiedenti tra i 35 e i 44 anni. Allo sportello si affaccia anche una piccola quota, intorno al 2%, di giovanissimi: è la Generazione Z, i post millennials dei contratti a termine e del Jobs act. All’estremo opposto, i baby boomer: il 3,1% dei richiedenti sono over 65.

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