Flop dei centri per l’impiego: solo il 3% di chi vi si rivolge trova lavoro

Attualità — By on 2018/05/07 14:09

Il rafforzamento dei centri per l’impiego era uno dei cardini della riforma del lavoro. Nelle intenzioni avrebbero dovuto essere rivoluzionati grazie a nuove assunzioni, formazioni degli operatori, sviluppo di servizi per le imprese e altre novità, annunciate entusiasticamente dal ministro del Lavoro Poletti appena qualche mese fa, a febbraio. Eppure, nonostante una spesa di 600 milioni l’anno per 556 Cpi sparsi sul territorio, appena il 3 per cento di disoccupati che si rivolge agli uffici di collocamento per trovare un lavoro riesce a trovare un impiego.

“Tutto è rimasto frammentato dopo la riforma e le percentuali di collocamento oscillano tra il 2,2 e il 3,2, una media decisamente bassa che riguarda Nord, Centro e Sud in maniera omogenea”, denuncia al Messaggero il presidente dell’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (Anpal), Maurizio Del Conte. In Francia e in Germania le percentuali sono sopra il 20 e l’Italia è il fanalino di coda dell’Europa.

La cifra di chi bussa ai centri (Cpi), secondo le stime di Isfol e Istat, supera i due milioni e mezzo di persone, circa 360 mila al mese e, scrive Il Messaggero, gli 8mila operatori riescono a collocare appena 4 occupati l’anno.

Manca, dicono i sindacati, “una gestione integrata dei Centri per l’impiego, con l’adozione di modelli standard che offrano sul territorio servizi uguali per tutti”. In alcune regioni i Centri funzionano, in altre no. Servirebbe poi un impegno “provincia per provincia”, spiegano, per “numerare i disoccupati, catalogarli per qualifica, dare formazione a chi non ha titoli, mantenere viva una rete di comunicazione con le aziende”.

L’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Roma – molto critica nei confronti dell’Anpal – ha fatto sapere di aver denunciato “da tempo la situazione dei Centri per l’impiego, farraginosi centri di burocrazia con orari di apertura ridotti e servizi per l’impiego inesistenti”. Nel Lazio, dicono, “oltre alla mera iscrizione dei lavoratori non c’è nessun servizio aggiuntivo”.

Le aziende che si rivolgono ai Centri per l’Impiego per trovare profili di lavoratori da assumere si imbattono in uffici privi anche solo di banche dati da cui pescare disoccupati da proporre alle aziende. In questi anni abbiamo speso come paese miliardi di euro in incentivi dopando il mercato del lavoro e non si è stati in grado neanche di dotare i Centri per l’Impiego di software gestionali per agevolare l’incontro tra la domanda di lavoratori da parte delle aziende e l’organizzazione dei curriculum dei disoccupati che vi si andavano ad iscrivere

La situazione è stata denunciata anche dal deputato della Lega Claudio Durigon, responsabile lavoro del Carroccio, il quale ha presentato un’interrogazione parlamentare. Durigon intende chiedere “quali misure siano effettivamente state adottate per rendere efficienti i centri d’impiego, visti i modesti risultati”, ma anche “lo sblocco dell’assegno di ricollocazione e la riorganizzazione dei centri per l’impiego con un effettivo efficientamento di risposta tra domanda e offerta”.

 

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