Manovra, cambia il congedo di maternità. Il bonus diciottenni sarà legato all’Isee

In Primo Piano — By on 2018/12/06 18:00

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Cambiano forma il congedo di maternità e il bonus diciottenni. Secondo quanto stabilito da un emendamento approvato alla Manovra per le future mamme sarà possibile restare al lavoro fino nono mese prima del parto, utilizzando per intero i cinque mesi del congedo per il periodo successivo. Per scegliere questa opzione servirà però il via libera del proprio medico.

Nel testo si spiega che “è riconosciuta alle lavoratrici la facoltà di astenersi dal lavoro esclusivamente dopo l’evento del parto entro i cinque mesi successivi allo stesso, a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro”.

Il cambiamento ha provocato la reazione della Cgil. “La maternità non si sostiene facendo scomparire l’obbligo di astensione dal lavoro prima della nascita, così non si garantisce la libertà alle lavoratrici, né tantomeno si tutela la salute della gestante e quella del nascituro. Per queste ragioni l’emendamento alla manovra della Lega dedicato alle politiche della famiglia, approvato dalla commissione Bilancio della Camera, va immediatamente modificato”, ha dichiarato in una nota, Loredana Taddei, responsabile Politiche di genere della Cgil nazionale. “Quanto proposto – incalza la dirigente sindacale – mina la libertà delle donne, soprattutto di quelle più precarie e meno tutelate, che in Italia, purtroppo, sono sempre più numerose e rischierebbero così di trovarsi di fronte a veri e propri ricatti del datore di lavoro”.

Non è però l’unica novità dell’emendamento sui temi familiari approvato nella notte. Viene aumentato da 1000 a 1500 euro l’importo annuo del bonus destinato all’iscrizione ai figli agli asili nido. La misura viene estesa al 2021 mentre a partire dal 2022 – si spiega –  l’importo del buono spettante a decorrere dall’anno 2022 è determinato, “nel rispetto del limite di spesa programmato e in misura comunque non inferiore a 1.000 euro su base annua, con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”.

Stretta invece per il bonus cultura per i diciottenni. Gli stanziamenti a favore della ‘card cultura’ dei 18/enni scendono ulteriormente da 270 a 230 milioni (dai 290 milioni precedenti). Lo prevede un emendamento alla manovra approvato in commissione Bilancio che inserisce l’Isee tra i criteri per definire la platea dei destinatari. I 40 milioni sottratti al bonus saranno distribuiti ad altre attività culturali: dal Fondo unico per lo spettacolo al sostegno di festival, cori e bande, dalle fondazioni lirico-sinfoniche a Matera, da iniziative culturali in zone terremotate alla riqualificazione delle periferie.

Da parte sua, il governo ha chiarito – confermando – la vicenda dei tagli a Radio radicale. “Con riferimento alla vicenda relativa alla volontà del governo di ridurre a metà il valore della convenzione tra mise e radio radicale, ricordo per dovere di informazione che la stessa radio percepisce anche un ulteriore contributo, pari a 4 milioni di euro dal dipartimento dell’editoria. Fondo destinato a radio che svolgono attività di interesse generale, a cui accede esclusivamente Radio radicale. E’ facile fare due calcoli, Radio radicale percepisce 14 milioni che verranno ridotti a 9 milioni. Quindi una riduzione non un azzeramento di fondi”. Lo ha detto Vito Crimi, sottosegretario all’Editoria.

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