Pensioni, con la Quota 100 assegni più bassi: ecco come stanno le cose

Attualità — By on 2018/09/26 13:16

Sulle pensioni è scontro tra Luigi Di Maio ed Elsa Fornero. Ad andare all’attacco per prima è la ex ministra, intervenuta ai microfoni di Rai Radio 2 nel corso del programma “I Lunatici”. Secondo la Fornero “non si può fare una controriforma delle pensioni senza considerare la realtà demografica del Paese, abbassando l’età pensionabile le pensioni saranno minori, così si dà vita ai nuovi poveri del domani“.

“Quella che ora si propongono di realizzare – ha spiegato – è una controriforma delle pensioni ma in ballo non c’è solo il presente, ma ciò che accadrà un domani. Il domani di chi oggi è giovane e di chi deve addirittura ancora nascere. L’argomento è complesso si possono confezionare tante piccole cose, sostenendo poi che si è smontata la riforma Fornero, senza che questo sia vero e senza far star meglio gli italiani”.

Secca la replica di Di Maio su Instagram: “La Fornero ha ancora il coraggio di parlare per dire che non si può abbassare l’età pensionabile come invece vogliamo fare con la Manovra del Popolo. Lei che ha sulla coscienza milioni di italiani e che con la sua riforma lacrime e sangue ha creato i poveri di oggi. Il superamento della sua legge è certo, come è certa l’introduzione della pensione di cittadinanza che aumenta la pensione minima a 780 euro.

Il vicepremier dà dunque per assodato il superamento della legge Fornero, così come l’aumento delle pensioni minime. Alla prova dei fatti però le obiezioni dell’ex ministra non sono così campate in aria. Anzi. Se, come sembra, l’introduzione della Quota 100 verrà accompagnata al ricalcolo contributivo saremmo di fronte a un cospicuo taglio dell’assegno pensionistico. Ovviamente i pensionati avranno la possibilità di scegliere se andare in pensione prima ma con un assegno più basso, oppure rimanere al lavoro ancora per qualche anno.

Ma secondo le ultime indiscrezioni, allo studio del governo ci sarebbe anche un’altra strada: quella di  introdurre una penalizzazione dell’1-1,5% per ogni anno di anticipo. Se così fosse, con la penalizzazione dell’1,5% un pensionato con assegno potenziale da 1.000 euro netti ne riceverebbe solo 925 euro.

Neppure le preoccupazioni della Fornero per le generazioni future sono così peregrine. Secondo un rapporto dell’Ocse datato 2017, l’Italia è infatti seconda per percentuale di cittadini over 65 ogni 100 persone in età da lavoro tra i 35 Paesi oggetto della ricerca. E se le persone che lavorano diminuiscono, mantenere in piedi il sistema costerà sempre di più.

L’Italia è inoltre il secondo Paese più vecchio al mondo stando a quanto emerge dai dati relativi alla popolazione italiana del rapporto Istat, che stima 168,7 anziani ogni 100 giovani all’1 gennaio 2018. Solo il Giappone precede l’Italia in questa graduatoria.

Oggi la spesa pensionistica è pari a circa il 15% del Pil (solo la Grecia in Europa spende più di noi per la previdenza) ma secondo i calcoli del Ministero di Economia e Finanza a legislazione vigente (legge Fornero) arriverà comunque tra poco più di 20 anni a superare il 16% a causa dell’effetto demografico, per poi ridiscendere dal 2050. Con l’introduzione della Quota 100 e della pensione di cittadinanza il costo del sistema previdenziale subirà però una nuova e brusca impennata.

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