Piano da 4,6 miliardi per innovare l’Italia. Sbloccati fondi per Agenda digitale

In Primo Piano — By on 2016/10/20 14:08

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Il piano italiano Crescita digitale ha avuto ieri il via libera dalla Commissione europea. Finisce un’attesa che durava da marzo 2015. Tutti i grandi progetti di trasformazione digitale hanno adesso le risorse per completarsi.

Tutti i grandi progetti di trasformazione digitale dell’Italia hanno adesso le risorse per completarsi, per un totale di 4,6 miliardi di euro. Il piano governativo Crescita digitale ha avuto ieri il via libera dalla Commissione europea. Finisce quindi un’attesa che durava da marzo 2015 (quando il Governo aveva approvato il piano). Prima conseguenza diretta è che si sbloccano 1,2 miliardi di euro di fondi strutturali europei, che si sommano ad altre risorse (già disponibili) per arrivare a quei 4,6 miliardi. “Quel miliardo e due però era il tassello fondamentale, finora mancante, per avviare i progetti cardine di trasformazione digitale”, spiega Antonio Samaritani, direttore generale dell’Agenzia per l’Italia digitale.

I fondi adesso sbloccati dall’Europa si dividono in circa 862 milioni di euro regionali e 338,5 milioni nazionali (2014-2020), di cui 95,7 milioni per Governance e Capacità istituzionale, 151,9 milioni per il piano Città Metropolitane, 90,7 milioni per il piano Legalità. Crescita Digitale può contare anche su 700 milioni di euro allocati in sette altri piani operativi nazionali (tra cui anche Scuola, Infrastruttura e Reti, Cultura e Sviluppo…). Si tratta di risorse allocate specificamente per l’OT2 (“obiettivo tematico 2″), denominato “Crescita Digitale”, nella ripartizione decisa dall’Unione europea.

Le restanti risorse, per arrivare ai 4,6 miliardi di euro, a quanto si legge nella nuova versione del Crescita digitale, dovrebbero giungere da altri piani operativi regionali 2014-2020, riguardanti diversi “obiettivi tematici” europei. Come turismo digitale, mobilità sostenibile, sanità digitale, sicurezza della pubblica amministrazione, smart city, scuola digitale.

Anche se questi temi non fanno capo all’obiettivo tematico europeo Crescita digitale, rientrano nel piano Crescita digitale del Governo.
I principali progetti del “nostro” Crescita digitale, in ordine di spesa prevista, sono il Sistema pubblico di connettività (la nuova rete della pubblica amministrazione, che è in avvio in questi giorni) e il Wi-Fi in tutti gli uffici pubblici (entrambi danno un totale di 1,4 miliardi di euro), la Sanità digitale (740 milioni di euro), la razionalizzazione del patrimonio informatico pubblico (650 milioni di euro).

Importante è anche Italia Login (350 milioni di euro), che renderà i servizi digitali della pubblica amministrazione a misura di cittadino (semplici, accessibili, con notifiche dirette anche su smartphone per esempio per scadenze, multe, pagamenti). Ci sono anche 420 milioni di euro per smart city, 350 milioni per la Scuola digitale, 45 milioni per il Sistema pubblico dell’identità digitale, 74 milioni per l’Anagrafe unica, tra le altre cose.

La sfida del Governo adesso sarà coordinare i futuri piani regionali per portare le risorse previste sui progetti del Crescita digitale. Non è stato infatti stabilito un punto di accentramento delle risorse per questi servizi- a differenza di quanto fatto con quelle per la banda ultra larga, 7 miliardi di euro pubblici. Bisognerà schivare il rischio che i fondi regionali finiscano in mille rivoli, su progetti che con il digitale- o almeno con i progetti stabiliti dal piano Crescita- hanno poco a che vedere.

Sarà compito dell’Agenzia per l’Italia Digitale e del nuovo commissario all’Agenda digitale Diego Piacentini lavorare a questo coordinamento. Servirà a questo scopo il Piano triennale che l’Agenzia dovrebbe pubblicare entro fine anno, con i diversi piani delle regioni, e firmato dal presidente del Consiglio.

Sarà il primo piano che provi a coordinare la spesa pubblica digitale italiana, di tutti gli enti centrali e locali, all’interno di una strategia nazionale; laddove finora le amministrazioni hanno speso in (quasi) totale libertà, spesso con sprechi e sovrapposizioni. “La precedente legge di Stabilità e il nuovo Codice dell’amministrazione digitale forniscono al Governo nuovi strumenti normativi per guidare e al tempo stesso vincolare le amministrazioni locali al piano”, spiega Samaritani.  “Sappiamo che sarà una sfida, ma anche che è la prima volta che viene tentata in Italia una strategia nazionale per la riforma digitale del Paese”, aggiunge.

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