L’esercito dei ‘lavoratori invisibili’ che crea un ‘buco’ da 42 miliardi di euro

Attualità — By on 2018/07/10 19:00

 

Possiamo chiamarli “lavoratori invisibili”. Un esercito di circa 3,3 milioni di persone che ogni giorno si recano nei campi, nei cantieri, nei capannoni o nelle case degli italiani per prestare la propria attività lavorativa, pur essendo sconosciuti all’Inps, all’Inail e al Fisco. Un foltissimo gruppo di lavoratori ‘in nero’ che producono effetti economici pesantissimi.  Questo esercito di irregolari genera 77,3 miliardi di fatturato in nero all’anno, sottraendo al fisco un gettito di 42,6 miliardi di euro. Un importo, quest’ultimo, pari a oltre il 40% dell’evasione di imposta annua stimata dai tecnici del ministero dell’Economia e delle Finanze. Secondo il Mef l’evasione di imposta in Italia è pari a circa 100 miliardi di euro all’anno.

In questo quadro, a rimetterci non sono solo le casse dell’erario, ma anche le tantissime attività produttive e dei servizi, le imprese artigianali e quelle commerciali che, spesso, subiscono la concorrenza sleale di questi soggetti.

 

“Per contrastare questo fenomeno la reintroduzione dei voucher potrebbe essere una prima risposta” segnalano gli analisti. Oltre ai voucher, ovviamente, per contrastare questo fenomeno c’è la necessità, in particolar modo, di abbassare le tasse e i contributi previdenziali, di ridurre il carico amministrativo e di incentivare le misure dissuasive e di stimolo all’emersione, sostenendo, soprattutto, l’attività di controllo eseguita dagli organi preposti. Senza contare, infine, che è necessario mettere in campo una grande operazione educativa in tutti gli ambiti sociali per promuovere la cultura della legalità.

Ritornando alle cifre emerse la regione più a ‘rischio’ per il sommerso è la Calabria che presenta 146mila lavoratori in nero, ma un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil regionale pari al 9,9 per cento. Un risultato che è quasi doppio rispetto al dato medio nazionale (5,2 per cento). Questa situazione,  si traduce in quasi 1,6 miliardi di euro di mancate entrate per lo Stato dalla Calabria. Segue la Campania che con 382.900 unità di lavoro irregolari ‘produce’ un Pil in ‘nero’ che pesa su quello ufficiale per l’8,8 per cento. Le tasse che mediamente vengono a mancare in Campania ammontano a 4,4 miliardi di euro all’anno. Al terzo posto di questa particolare graduatoria troviamo la Sicilia: con 312.600 irregolari e un peso dell’economia sommersa su quella complessiva pari all’ 8,1 per cento, le imposte e i contributi non versati sfiorano i 3,5 miliardi di euro all’anno. Il territorio meno interessato dalla presenza dell’economia sommersa è il Veneto: i 199.400 lavoratori in nero ‘causano’ 5,2 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso (pari al 3,8 per cento del Pil regionale) che sottraggono al fisco quasi 2,9 miliardi di euro.

 

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